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lunedì 17 marzo 2014

il dis-agio in senologia oncologica


le emozioni continuano anche dopo la serata,
proprio perché non si è trattato solo di una conferenza ma di un incontro, che ha lasciato un segno nell'animo di tutti. 




il giorno 15/03/14 16.14, "Maricka" <cmaricka@yahoo.it> ha scritto

Gentilissima Dottoressa
desidero ringraziarla ancora per la sua partecipazione.
Conoscerla per me è stata una grande emozione.
La fama che l'ha preceduta, quello che ho letto e che mi ha raccontato il Dr Baratelli, mi avevano fatto pensare di non essere alla sua altezza.
Mi sbagliavo. La sua umanità e la sua disponibilità mi hanno fatto sentire subito a mio agio, in sintonia con lei.
So di ripetermi, ma le sono grata, anche a nome di tutto il gruppo, per il tempo che ci ha dedicato.
Un abbraccio, con la speranza di poterla incontrare nuovamente
maricka

Da: Gemma Martino <gemma.martino@metisonline.it>
Data: 17 marzo 2014 09:45:38 CET
A: Maricka <cmaricka@yahoo.it>

Cara Maricka,
grazie invece a lei per l'entusiasmo
con il quale ha organizzato - insieme al dottor Baratelli - l'evento.
Grazie della sua presenza: uno dei doni della serata.
Potremo incontrarci ancora... per sostenere le vostre attività.
Un abbraccio
Gemma Martino

lunedì 3 marzo 2014

il dis-agio in senologia oncologica


venerdì 14 marzo 2014, ore 20.30
Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona - Sala Congressi

presentazione del libro e dialogo con l’autrice


GEMMA MARTINO
Direttore Scientifico Metis, Centro Studi Formazione e Terapia, Milano
Direttore Emerito Divisione Istituto Nazionale Tumori, Milano


tenerezza e competenza
Sono queste le due parole chiave per capire come si traduce in sapiente e rispettosa pratica di cura il discorso, teorico e al contempo fortemente politico, di Gemma Martino e Hubert Godard.
Rompendo la dualità nefasta che vuole il curante in posizione di potere e il curato in posizione di dipendenza e subalternità, questi due ricercatori esperti nell’arte sottile della relazione propongono un modello terapeutico basato sull’ascolto, lo scambio, la fiducia.
Il sapere medico – questo il loro umanissimo e rivoluzionario approdo – non è solo un insieme di tecniche e di specialismi, un operare dall’alto sul bisogno muto del paziente.
È anche, e forse in primo luogo, capacità di raccogliere e interpretare l’esperienza complessiva della persona che al medico si rivolge, senza ridurlo ai suoi sintomi.

Nel libro non ci sono nemici da scofiggere, battaglie da combattere o guerre da vincere. Ci sono invece nuove generazioni di pazienti e curanti che devono confrontarsi e imparare a comunicare.
Cristina Cattafesta,
 Presidente CISDA